La lontra fu soprattutto nel XIX secolo oggetto di una violenta persecuzione, sia per la sua pelliccia, sia perché era percepita come un avido predatore di pesci. In seguito all’imposizione del divieto di caccia, tuttavia, le popolazioni continuarono a diminuire a causa della degradazione dell’habitat.
Sino a oggi erano noti pochi siti in cui la lontra è sopravvissuta: nei fiumi Eno e Ziller (Tirolo, Austria), nel Fecht (Alsazia, Francia) e, grazie ad un progetto di reintroduzione, nel Ticino (Lombardia, Italia).
Negli ultimi anni, tuttavia, in Austria si è assistito alla diffusione spontanea della lontra nella valle del Laming (Stiria) e a partire da Dicembre 2009 sono stati fatti degli avvistamenti di una lontra presso la centrale idroelettrica di Domat (Svizzera.Altre segnalazioni recenti sono state fatte in Francia presso il parco naturale regionale dei Monti dell’Ardèche e presso la riserva naturale Ile de la Platière, entrambi nella regione Rodano-Alpi.
Questi dati sono piuttosto incoraggianti e ci fanno sperare ad una progressiva ricolonizzazione della lontra lungo tutto l’arco alpino.
Fonti:
NZZ online (Tedesco)
Ufficio per la caccia e la pesca dei Grigioni (Tedesco, Italiano e Romancio)
Associazione pro lutra (Tedesco e Francese)
Rheinaubund (Tedesco)
3 sat (Tedesco)
Spiegel online (Tedesco)
Enviscope (Francese)
ledauphine.com (Francese)
Corriere della sera.it (Italiano)